lunedì 26 gennaio 2009

Creatvità in una linea. SAUL STEINBERG.



[...] non sono affatto dotato per risolvere enigmi. Il mio unico talento consiste al contrario nell’inventare enigmi… Durante la guerra io mi trovai nella condizione perfetta per diventare invisibile. L' uniforme mi toglieva ogni individualità, io potevo vedere, osservare ogni cosa… La cosa migliore per osservare è quella di essere camuffato: sono una mano che disegna e basta. Diffido delle’abilità. Quello che mi affascina e scoprire vie nuove per dire, con il disegno, cose che prima erano esprimibili solo in parole... Saul Steinberg.



Saul Steinberg (Râmnicu Sarat, 15 giugno 1914 – New York, 12 maggio 1999).
Già citato con un immagine nel mio primo post, Steinberg mi affascina molto per il suo approccio alle cose ironico ma allo stesso tempo riflessivo espresso con l'unità per eccellenza della grafica ovvero la linea: è da qui che parte tutto, da qui si crea. Ambiguità e falsificazione, una linea come espressione artistica, linea che diventa anche momento di massima confusione, questi sono i concetti chiave sui quali è incentrato il suo lavoro.
Nato a Bucarest nel 1914, dopo aver terminato gli studi di architettura presso il Politecnico di Milano, una breve esperienza presso lo Studio Boggeri e successivamente come vignettista, Steinberg lascia l'Italia nel 1941 a causa delle leggi razziali che lo discriminano perché ebreo. Giunto a New York inizia la collaborazione con il "New Yorker" dove compaiono le sue riflessioni grafiche in seguito trasferite sulle raccolte "All in line" (1945), "The art of living" (1949), "The Passport" (1954). Nelle sue opere la grafica celebra se stessa, è la linea che disegna e si racconta. Ciò che affascina di quest’artista è la capacità analogica e di sintesi, il suo modo di stravolgere le “consuetudini” del visivo e di portare alla luce ciò che nell’apparentemente ovvio c’è di vero. I suoi disegni sono stati esposti in più di 80 mostre personali, e sono ora conservati in diversi musei di arte moderna in Israele, Europa e Stati Uniti. (link alla Saul Steinberg Foundation) Oltre al disegno, Steinberg praticò una forma personalissima di scultura, realizzando maschere in vari materiali.




Un approccio il suo, riflessivo, Stainberg è uno dei filosofi d’arte visiva per me più significativi e interessanti del Novecento. Non a caso, ho ritrovato il suo stile in varie comunicazioni pubblicitarie contemporanee, voi che ne pensate?!
(sotto: il video di una pubblicità di un energy drink e di un marchio di caramelle).

1 commento:

  1. Ciao Paola, mi piace moltissimo il tuo post. Grazie acora per questa delizia.

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